PONTE TIBETANO
Si tratta di una trave flessibile a ‘V’ costituita da 3 funi orizzontali parallele, solidarizzate in verticale da funicelle di vincolo distanziali poste a intervalli più o meno brevi.
La fune di calpestio è di solito più spessa. Le due funi mancorrenti parallele e distanziate, poste a 150 cm. circa sopra quella di base, sono ugualmente “portanti” grazie ai collegamenti delle corde di vincolo, molto fitte e talora unite a rete tra loro, per impedire eventuali cadute negli spazi vuoti.
Per unire una stretta valle o superare un baratro o un torrente impetuoso, basta trasferire una sagola leggera sul lato opposto, tramite un volontario o un lancio opportuno e con questa poi si recuperano le altre funi da fissare ad ancoraggi stabili (anche senza molta tensione). Le funi di vincolo, tutte della stessa lunghezza, vengono annodate dal primo che transita e che in questo modo finisce la costruzione del ponte avanzando nodo dopo nodo.
Durante l’attraversamento la struttura tende a oscillare in orizzontale e in verticale, soprattutto se chi lo attraversa compie movimenti scomposti. Ciò crea problemi di equilibrio che possono aumentare in modo esponenziale e creare attacchi di panico a chi soffre di vertigini o acrofobia, andando a peggiorare la situazione di tutti quelli che transitano.
La tecnica di attraversamento corretta prevede la seguente postura: busto e capo in avanti, braccia in appoggio sempre tese di fronte, mani che scivolano sopra le funi senza mai staccarsi, passi regolari da indossatrice, cioè con punte dei piedi volte al loro rispettivo esterno e in appoggio sulla fune al centro dell’arco plantare. Niente movimenti bruschi e torsioni del busto. Meglio attraversare in pochi ma non da soli, perché se si perde l’appoggio dei piedi la fune di calpestio, libera dal carico, scatta in alto e può colpire l’inguine o compromettere la stabilità.
Tecnica di esecuzione
Individuazione ancoraggi
Per prima cosa occorre verificare la presenza di ancoraggi stabili, se esistenti.
Generalmente possono andar bene due alberi, di una certa grandezza. In alcune situazioni può andar bene un albero da una parte e una impalcatura a X ben ancorata e controventata dall’altra.
Passaggio fune di calpestio
si trasferisce una sagola con un lancio o per mezzo di uno o più volontari (es. su un fiume attraverso una barca) sulla sponda opposta.
A questo punto viene recuperata su tale sponda la corda di calpestio.
Fissaggio primo punto fune di calpestio
Un metodo per il fissaggio della corda è il seguente:
si gira la corda intorno al tronco strozzandola una prima volta; si gira nuovamente la corda intorno al tronco strozzandola una seconda volta; si fa un ulteriore giro morto e quindi si fissa il capo della corda con dei nodi semplici alla corda stessa.
Fissaggio secondo punto fune di calpestio
In genere viene fatto con dei sistemi a carrucola o sistemi a frizione con nodo “8”
Sistema a carrucola
Prevede l’utilizzo di due carrucole e una corda
Una carrucola viene agganciata alla fune di calpestio attraverso un cordino opportunamente legato; l’altra carrucola viene agganciata al tronco. Tirando la corda del sistema a carrucola si potrà avvicinare la fune di calpestio al tronco, fino a conferire una discreta tensione.
Quando la fune di calpestio è sufficientemente tesa, si procede al fissaggio sull’albero (vedasi fissaggio primo punto). Durante tale operazione il sistema a carrucola deve rimanere in funzione, per non perdere tiro.
Sistema a frizione con nodo “8”
Si fa un nodo “8” sulla fune di calpestio, a circa 3 metri dal tronco; quindi si fa girare la corda attorno al tronco e con il capo si passa dentro l’occhiello del nodo “8” fino a tornare al tronco. A questo punto, sarà sufficiente tirare la fune fino a metterla in tensione.
Quando si è raggiunta una sufficiente tensione potrà essere fissata la fune all’albero, avendo cura di perdere meno tiro possibile (strozzare subito la fune e girare intorno al tronco per due volte).
Fissaggio funi manocorrenti
Il sistema di fissaggio di tali funi è similare a quello utilizzato per la fune di calpestio.
Le due funi manocorrenti vanno distanziate di poco più di 1 metro l’una dall’altra, e vengono poste a circa 1,5 metri dalla fune di calpestio.
Ci sono varie tecniche:
- utilizzo di impalcature a X ben ancorate e controventate
- utilizzo di distanziatori (altre corde che tirano le funi verso l’esterno)
- si sfrutta la conformazione dell’ancoraggio (albero con rami)
Fissaggio corde di vincolo
Le corde di vincolo sono rappresentate da cordini della lunghezza di 3-4 metri, e servono a collegare la fune di calpestio con le due funi manocorrenti, mantenendole ad una certa distanza che rimane costante durante il passaggio. Dette funicelle contribuiscono inoltre a distribuire le sollecitazioni nel sistema.